Assenteismo sul lavoro: come riconoscerlo

  • Autore: Mazzilli Santino
  • 03 ago, 2018

Con il termine assenteismo si indica l’incapacità lavorativa temporanea, prolungata o permanente, che può essere involontaria, per via di malattia o infermità, o volontaria. 

Il caso dell'assenteismo volontario, ovvero l’assenza sistematica dal posto di lavoro, è purtroppo un fenomeno sempre più diffuso che causa notevoli danni alle aziende: in questo articolo andiamo ad analizzare più nel dettaglio questo tipo di comportamento.

Le diverse modalità dell'assenteismo

Come fare a identificare concretamente un caso di assenteismo? Solitamente deve verificarsi almeno una di queste condizioni:

  • Dipendente che fa un uso sostenuto o eccessivo di permessi retribuiti;
  • Dipendente che ricorre in modo sistematico a permessi per malattia;
  • Dipendente che chiede spesso periodi di aspettativa;
  • Dipendente che, assente dal lavoro, si fa “coprire” da altri colleghi l’assenza;
  • Dipendente che fa assenze non giustificate;
  • Dipendente regolarmente in ritardo, mai puntuale e non rispettoso dell'orario minimo di lavoro.

Le assenze legate alla partecipazione ad assemblee sindacali autorizzate o a scioperi, non sono ovviamente da considerarsi casi di assenteismo (sono infatti considerati diritti inalienabili del lavoratore). Più un’azienda è strutturata e organizzata, e più è difficile per un lavoratore giustificare il proprio assenteismo. 

Dipendenti in malattia

I permessi per malattia sono il fenomeno dietro cui spesso si nascondono casi di assenteismo. Da un punto di vista legislativo, la malattia è uno stato patologico che determina una condizione di incapacità al lavoro specifico svolto da quel lavoratore, che rende necessaria la sospensione temporanea del rapporto di lavoro. Se la malattia è falsa, si parla di simulazione di malattia del dipendente e, di conseguenza, di assenteismo.

Licenziamento per giusta causa

Nel caso in cui venga provato che il lavoratore è assente dal lavoro per una simulazione di malattia, il datore di lavoro è autorizzato a licenziare per giusta causa. La simulazione fraudolenta di malattia è, infatti, una causa che interrompe e non consente nemmeno provvisoriamente di proseguire il rapporto di lavoro. La giusta causa comprende anche i casi in cui un lavoratore in malattia sia stato assente durante le fasce di reperibilità (quando può essere effettuata la visita di controllo dell’INPS) senza motivo giustificato o nel caso in cui sia venuto meno al dovere di non compromettere il recupero del proprio stato di salute.

Più in generale, nel momento in cui il datore di lavoro è in grado di dimostrare che sussiste un fenomeno di assenteismo (anche non celato da malattia), può ricorrere al licenziamento per giusta causa, senza preavviso. 

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