In base a quello che prescrive la legge 68/1999, le aziende con più di 15 dipendenti sono obbligate ad assumere dei lavoratori appartenenti alle categorie protette. Oltre a prescrivere quest’obbligo, tuttavia, la legge prevede anche agevolazioni fiscali legate alle assunzioni di disabili.
Vediamo dunque nel dettaglio cosa si intende per “categoria protetta”, quali sono gli obblighi e quali le eventuali sanzioni per le aziende inadempienti e perché è eticamente necessario favorire l’ingresso in azienda di dipendenti disabili.
Appartengono alle categorie protette i soggetti che:
L’accertamento dell’invalidità viene effettuato da una specifica commissione della ASL territoriale e permette ai disoccupati di età compresa tra 15 e 65 anni l’iscrizione alle liste provinciali del collocamento mirato.
Come vedremo nel paragrafo successivo, assumere dipendenti disabili (in proporzione alla quantità di altri dipendenti) è sì un obbligo per le aziende, ma soprattutto un’opportunità per gli stessi lavoratori e la società. Favorirne l’integrazione nel mondo del lavoro, infatti, è necessario per compensare uno svantaggio che precluderebbe ad alcune categorie di disabili l’esercizio di determinate professioni.
Secondo il prospetto dettagliato della legge 68/1999:
Tanti sono i fattori che concorrono a determinare il numero di dipendenti disabili da assumere: la tipologia di contratti con cui sono assunti gli altri dipendenti (tempo determinato o indeterminato, per esempio, oppure lavoratori a domicilio o che operano dall'estero).
Il limite massimo per comunicare l’assunzione di un dipendente appartenente alle categorie protette, e godere delle relative agevolazioni fiscali, è 60 giorni.
Allo stato attuale, le aziende virtuose che assumono dipendenti disabili possono usufruire di importanti incentivi fiscali: